Ti sarà probabilmente capitato, dopo una giornata difficile, di uscire a fare una camminata fuori dal centro città e di percepire fin dai primi passi un senso di profonda quiete e serenità. Ciò può accadere anche quando osserviamo un tramonto particolarmente suggestivo, o quando sostiamo per qualche minuto vicino ad un giardino fiorito. Questi momenti di calma e bellezza naturale sembrano riequilibrarci emotivamente, ci aiutano a pensare più lucidamente e ci fanno sentire accolti e ascoltati.

Ma in che modo la natura riesce a connettersi così profondamente con noi? E soprattutto, quali lezioni possiamo trarre da questa esperienza per arricchire le nostre interazioni quotidiane, sia nel ruolo di professionisti che di semplici esseri umani?

Curare la comunicazione per prendersi cura degli altri

La comunicazione è un processo complesso e sfaccettato che integra elementi sia verbali che non verbali. Quest’ultimi, in particolare, hanno un valore espressivo-emotivo molto intenso, in quanto stimolano le componenti del nostro sistema nervoso più antiche e ancestrali. È per tale motivo che dimostrare empatia, intesa come la capacità di connettersi emotivamente con l’altro, non richiede l’utilizzo di molte parole, ma piuttosto un attento e accurato uso del linguaggio non verbale.

Un esempio ci viene offerto dalla natura, che pur in maniera silenziosa riesce a creare una profonda connessione con noi, e dalla quale possiamo trarre e applicare i seguenti principi:

  • Il potere dell’ascolto: immagina di trovarti di fronte a un caro amico che, travolto dalle difficoltà, scoppia improvvisamente in lacrime. Davanti a tale vulnerabilità, è naturale sentirsi imbarazzati e cercare ansiosamente le parole giuste per consolarlo. Tuttavia, sotto l’effetto dell’incertezza, può succedere di ricorrere a frasi di circostanza come “non è poi così male” o “vedrai che passerà”, che risultano vuote, fredde o addirittura minimizzanti rispetto alla gravità del problema. In questi momenti, è assai più efficace lasciare che il silenzio faccia il suo lavoro, cercando di comprendere, invece, come la persona percepisce e vive il suo problema. Per fare ciò, è importante che il nostro ascolto sia:
    • Non giudicante, ossia aperto alla comprensione reale del punto di vista dell’altro;
    • Profondo, ossia attento e interessato a percepire l’emotività dietro alle singole parole;
    • Attivo, composto quindi da domande principalmente aperte, così da dare la possibilità alla persona di esprimersi, e poi chiuse o ad illusione d’alternativa (1), così da rendere la conversazione un processo di scoperta interattivo e dialogico.

  • L’armonia dei movimenti: la fluidità e la grazia dei movimenti naturali, come il vento tra gli alberi e le onde del mare, ci mostrano l’importanza di comunicare in modo armonioso. Questo aspetto è particolarmente essenziale soprattutto nei primi attimi di conversazione, i quali sono spesso caratterizzati da uno stato di attivazione/agitazione. Per questo, quando ci avviciniamo ad una persona è molto importante evitare gesti bruschi e nervosi, preferendo una postura il più possibile rilassata. Inoltre, stabilire un contatto visivo breve ma gentile, accompagnato ad un leggero sorriso e un tocco delicato ma distinto, come una stretta di mano o un abbraccio appena accennato, può dimostrare fin da subito la nostra sincera presenza.

  • Rallentare il ritmo: oltre alla postura, un altro aspetto fondamentale che possiamo apprendere dalla natura è la gestione del ritmo nelle nostre interazioni. A tal proposito, è Lao Tzu, il fondatore della filosofia taoista, ad offrici una riflessione particolarmente evocativa: “Credete forse che l’universo sia agitato? Andate attraverso il deserto di notte e osservate le stelle in cielo. Questa azione dovrebbe rispondere alla vostra domanda.” Quello che possiamo trarre da questa considerazione è l’importanza non solo di adottare movimenti armoniosi, come menzionato precedentemente, ma soprattutto di gestire adeguatamente il nostro para-verbale. Abbassare il volume della propria voce e adottare un tono più profondo, può infatti aiutare a creare maggiore intimità con l’altra persona, toccando con le nostre parole le sue corde più interne e profonde.

  • Creare uno spazio sereno: infine, quando comunichiamo, un altro aspetto fondamentale che dev’essere valutato è la costruzione/scelta del setting. Uno degli elementi che rende la natura una confidente così capace, infatti, è il suo metterci a disposizione un ambiente di infinita bellezza e tranquillità. Allo stesso modo, per rendere le nostre interazioni significative, è essenziale scegliere o creare uno spazio tranquillo e ordinato, all’interno del quale sia possibile dialogare senza distrazioni. Questo permette a noi, di ascoltare attentamente il nostro interlocutore, e a quest’ultimo di sentirsi accolto, ascoltato e di esprimere liberamente le sue sensazioni.

Con questi semplici suggerimenti e consigli pratici, è possibile costruire le condizioni ideali per stabilire una profonda connessione emotiva con una persona, sia in contesti formali, come in una seduta psicologica o una visita medica, sia in contesti informali, come in una chiacchierata con un amico o con il proprio partner.

Ripercorrendo le orme dei filosofi antichi, infatti, possiamo lasciarci ispirare nuovamente dalla saggezza della natura, utilizzando i suoi insegnamenti nelle nostre interazioni quotidiane; in quanto, come ci ricorda John Muir, scrittore e naturalista scozzese:

“In ogni passeggiata nella natura l’uomo riceve molto di più di ciò che cerca.”